Editoriale del Segretario Generale Vittorio COSTANTINI

USIP: Bene indizione Concorsi per Sovrintendenti ed Ispettori, ma non abbandonare la proposta degli Scorrimenti delle graduatorie in atto! 436 Vice Commissari - 501 Vice Ispettori - 263 Vice Ispettori

Non è la prima volta, purtroppo, che questa O.S. si trova a sollevare l’annosa questione relativa ai concorsi interni della Polizia di Stato, sia in merito alle problematiche procedurali, che in relazione alla necessità di un completo scorrimento delle graduatorie, utile a sanare definitivamente l’attuale grave situazione su tale fronte.

E’ indubbio che tante sono le concause che hanno determinato l’odierno stato dell’arte, per ultima, ad esempio, l’ emergenza epidemiologica, che ha contribuito ad arrecare molti ritardi nei vari iter concorsuali, ma è anche altrettanto indubbio che l’origine di questo generale malessere, prende certamente avvio dalla ventennale inerzia del Dipartimento di P.S. nell’espletare con regolarità i vari concorsi previsti per legge.

Sicuramente sono apprezzabili  gli sforzi che il Dipartimento della P.S. ha posto in essere nelle ultime settimane del trascorso 2020, che hanno visto l’indizione di nuovi Concorsi per l’accesso alla qualifica di Vice Sovrintendente e Vice Ispettore della Polizia di Stato, sia ruolo ordinario che in quello tecnico, ma tutto ciò da solo non basta!

Ecco perché rilanciamo l’appello al Signor Capo della Polizia di attingere allo scorrimento delle graduatorie in atto relative ai concorsi già effettuati per il ruolo degli Ispettori e Commissari della Polizia di Stato, cosa peraltro richiesta a gran voce anche dalle altre sigle sindacali, tra cui il Siap nostro autorevole partner politico-sindacale.

Posto, quindi, la sopra esposta premessa di carattere generale, valida per ogni concorso interno indetto negli ultimi anni, vogliamo porre l’accento ad esempio, atteso che sui concorsi per Vice Ispettori abbiamo ampiamente rappresentato recentemente le ragioni sulla necessità dello scorrimento, sul concorso interno a titoli, per la copertura di 436 posti per Vice Commissario del ruolo direttivo, indetto con Decreto del 12 aprile 2019.

Invero, le peripezie di tale concorso sono ormai note, ma per cercare di fare ulteriore, e speriamo definitiva, chiarezza in merito, qui di seguito cercheremo di evidenziare le molteplici aberrazioni che hanno caratterizzato questo concorso.

Il primo punto debole di tale concorso si presenta già all’origine, con un discutibilissimo bando che , nel prevedere la valutazione dell’anzianità complessiva nel ruolo Ispettore, dimenticava di prendere in considerazione l’anzianità nell’allora qualifica di Ispettore SUPS, con l’inevitabile conseguenza di scavalcamenti, avvenuti in graduatoria finale, da parte dei colleghi appartenenti alle qualifiche inferiori.

In seguito abbiamo assistito ad una valutazione dei titoli, da parte della Commissione all’uopo nominata, che ha prodotto, successivamente, una pletora di istanze in autotutela alla medesima Commissione, che non solo non sono state esaminate nei termini richiesti, ma neppure in tempi ragionevoli.

Volendo ancora continuare con l’excursus delle innumerevoli stranezze, ad essere buoni, di questo concorso, rimarchiamo che all’atteggiamento controverso della Commissione, si è anche aggiunto la pressoché totale inadeguatezza degli Uffici Matricola delle varie Questure che , a causa di forti carenze funzionali, non sono stati in grado di far fronte alle necessità che un concorso a titoli di tal specie, ha inevitabilmente prodotto, visto la diversità dei percorsi professionali dei singoli candidati.

Come è comprensibile, tutto ciò ha creato una tale disomogeneità nella valutazione dei titoli, operata dalla Commissione, che, come era prevedibile, moltissimi candidati per cercare di far venire a galla quanto accaduto, hanno fatto richiesta di accesso agli atti del concorso che, peraltro, in modo del tutto immotivato, inizialmente era stato negato, tant’è che i candidati hanno dovuto far ricorso all’Autorità Amministrativa preposta, per farsi riconoscere un loro diritto garantito per legge.

Francamente, già quanto fin qui esposto, con particolare riguardo all’ultimo episodio in riferimento all’aver voluto negare l’accesso agli atti del concorso, dimostra, in tutta la sua tangibilità, la gravità dei fatti che hanno contraddistinto tale concorso, quando si arriva a voler comprimere, con arroganza, un sacrosanto diritto stabilito per legge, significa che c’è qualcosa che non va, significa voler mettere in discussione il principio costituzionale della trasparenza che dovrebbe qualificare, in prima istanza, l’operato della macchina amministrativa statale, e aggiungiamo noi, significa volere anche agire in disprezzo di un comportamento basato sulla  ragionevolezza umana e sul buon senso, un modo di fare che lascia sinceramente basiti, non foss’altro per il fatto che chi ha agito in tal modo rappresenta una Istituzione importante come la Polizia di Stato.

Chiaramente, come era del resto facilmente intuibile, alla luce di questo susseguirsi di opachi accadimenti, il ricorso all’Autorità Amministrativa, da parte dei candidati, è sembrato l’unico modo per vedersi riconosciuto il proprio interesse legittimo al fine d’essere inseriti nella graduatoria tra i vincitori di concorso, oppure in alternativa chiedere finanche l’annullamento del concorso stesso, tant’è che, ad onor del vero, un primo lapalissiano segnale di ciò che potrebbe accadere, è emerso dal provvedimento cautelare della Quinta Sezione del TAR Lazio che ha disposto l’ammissione con riserva di un candidato ricorrente della graduatoria con diverso punteggio.

L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti ritiene che non vi siano altre vie d’uscita, se si vuole porre rimedio ad una faccenda divenuta ormai davvero imbarazzante, l’unico modo è lo scorrimento completo della graduatoria del concorso, questo sarebbe un modo, non solo di salvare il salvabile, ma peraltro sarebbe anche un modo intelligente, per cercare di recuperare quelle importanti professionalità che permetterebbero all’Amministrazione di andare a colmare le arcinote sofferenze in organico di alcune qualifiche.

L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti è del parere che attendere altri provvedimenti da parte dell’Autorità Amministrativa rappresenterebbe davvero un umiliazione nei confronti di una importante Amministrazione come la Polizia di Stato, ecco perché auspichiamo in un autorevole intervento del Signor Capo della Polizia., nella convinzione che la Sua comprovata lungimiranza saprà, certamente, porre rimedio alla problematica sopra prospettata non solo a salvaguardia dell’interesse legittimo dei candidati, ma anche nell’interesse del buon funzionamento del complesso apparato della nostra Amministrazione.

 

Scarica l'Editoriale in pdf

  VITTORIO COSTANTINI

 SEGRETARIO GENERALE


Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti