Scorrimento graduatorie del Concorso 1148 Allievi Agenti di P.S.

Quando l’illogicità prevale sulla ragione

Il buon senso e la ragionevolezza umana dovrebbero sempre indirizzare l’agire umano, perché solo attraverso l’uso imparziale della ragione, la generale aspirazione alla giustizia tanto decantata e osannata a parole, può realmente diventare qualcosa di concreto.

Tale concetto diventa ancor più pregnante quando l’agire umano coincide con l’agire delle Istituzioni Pubbliche, che attraverso le proprie scelte, inevitabilmente, incide sulla collettività o parte di essa.

Una premessa, questa, doverosa, che ci fa comprendere meglio quanto di irrazionale ci sia nella vicenda che riguarda gli ormai “famosi” aspiranti poliziotti appartenenti ai 455 idonei con riserva, in relazione al concorso per 1148 Allievi Agenti della Polizia di Stato indetto nel maggio 2017.

Ribadiamo nuovamente, siamo in presenza di una vicenda irrazionale, a tratti surreale e lo vogliamo ribadire in quanto sebbene questi ragazzi sono risultati idonei, avendo tutti i requisiti previsti dal bando di concorso indetto nel maggio 2017 e nella fattispecie non aver compiuto 30 anni di età ed essere in possesso della licenza media, stanno subendo una vera e propria ingiustizia a causa di un emendamento che non ha tenuto bene in conto della dovuta eccezione nei loro riguardi.

Risulta opportuno fare una piccola digressione per comprendere meglio la situazione; invero un anno dopo il bando di concorso per 1148 Allievi Agenti della Polizia di Stato del maggio 2017, viene riaperta la graduatoria che per scorrimento prevede l’assunzione di ulteriori 1851 Allievi Agenti di P.S., ma nel febbraio 2019, con l’allora Governo in carica, passa una norma che cambia le regole del gioco, per cui il requisito anagrafico scende a 26 anni non compiuti, mentre il titolo di studio viene elevato al diploma.

In considerazione di ciò, come si può ben comprendere, avendo cambiato le regole in corso d’opera i 455 idonei con riserva, che secondo il bando di concorso originario avevano tutte le carte in regola per fare i poliziotti, non hanno potuto usufruire dello scorrimento in quanto non avevano più i requisiti che sono stati introdotti successivamente, e di tal guisa ogni loro sogno di vestire la divisa della Polizia di Stato viene spezzato; e non finisce mica qui, poiché a distanza di due anni neanche le due istanze del Tar Lazio e una ordinanza del Consiglio di Stato sono servite ad avviare i 455 aspiranti poliziotti al corso di formazione.

Appare quasi pleonastico affermare che l’Unione Sindacale Italiana Poliziotti è totalmente dalla parte di questi giovani ragazzi, a cui impropriamente si sta evidentemente negando il sacrosanto diritto di vedere concretizzato il proprio sogno di entrare a far parte della Polizia di Stato, ed è per tale ragione che la nostra Organizzazione Sindacale, nell’invitare la parte politica a prendere gli opportuni provvedimenti utili a sanare questa insensata vicenda, annuncia che parteciperà con una propria delegazione alla manifestazione indetta a sostegno delle ragione dei 455 aspiranti poliziotti, che si terrà giorno 22 gennaio p.v. a Roma presso piazza Montecitorio.

Quanto fin qui detto, a parere di questa Organizzazione Sindacale, rientra in quegli atti di giustizia di cui necessariamente la parte pubblica deve farsi carico e compiere anche con sollecitudine, soprattutto se si è in presenza di una norma che palesemente, e in modo improvvido, arreca ingiustizia nei confronti di qualcuno, e siccome la giustizia deve rispondere anche al principio di uguaglianza, riteniamo che le Istituzioni politiche competenti debbano farsi carico di prevedere lo scorrimento della graduatoria all’originario concorso di 1148 Allievi Agenti della Polizia di Stato, anche per quei candidati che hanno partecipato alla riserva dei posti provenienti dal mondo militare, che in modo del tutto discriminatorio sono stati esclusi dallo scorrimento della graduatoria così come è stato invece previsto per chi ha partecipato al concorso provenendo dal mondo civile.

Il buon funzionamento della società si basa sul rispetto delle leggi, cioè delle regole di convivenza, perché è attraverso le regole che si predispone un diritto, ma se quelle stesse regole, facendo di tutta l’erba un fascio, rischiano di ledere il diritto stesso, allora, come si diceva all’inizio del discorso, bisogna avere la lungimiranza, il buon senso, la ragionevolezza umana di intervenire attraverso le giuste eccezioni.

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Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti