Pur apprezzando la sensibilità dell’Amministrazione, sentiamo la necessità di evidenziare gravi incongruenze che emergono nel momento in cui, la stessa, pare dimenticare i contributi che i colleghi assicurano, con abnegazione e senso del dovere, andando ben oltre la propria attività giornaliera, in ufficio o su strada, essendo costretti il più delle volte a dare la propria disponibilità nei servizi extra, quali “ordine pubblico allo stadio”, “aggregazioni fuori sede” e similari. Alcuna disponibilità, invece, mostra l’Amministrazione che, disconoscendo il sacrificio degli stessi colleghi nonché dei loro familiari, continua a ostacolare le legittime aspettative in materia di mobilità; salvo che si tratti del “prediletto di turno”.

Purtroppo la mobilità interna “costituisce problema di non poco conto per i riflessi indubbi che essa ha sulle legittime aspettative professionali degli interessati e, talora, sulle esigenze familiari”. Problema annoso ed attuale, se è vero, come è vero, che oggi abbiamo ricevuto l’ennesima segnalazione dalla quale si evince che l’Amministrazione sta per trasferire alcuni colleghi. Come sovente accade, i colleghi esclusi da questa movimentazione si sono rivolti al Sindacato di riferimento, in questo caso l’USIP, domandando:

1. Con quali criteri l’amministrazione sta pensando di fare questa movimentazione interna?
2. L’amministrazione tiene in considerazione l’anzianità di ogni singolo collega?
3. L’amministrazione è a conoscenza del fatto che le Organizzazioni Sindacali, al fine di tutelare i propri iscritti, utilizzeranno ogni strumento a disposizione per ottenere il rispetto dei principi previsti?

Vale la pena rammentare che la recente giurisprudenza e l’avvocatura dello Stato, intervenuta con pareri e circolari in merito, esprime un orientamento, indicando principalmente che i trasferimenti interni non sono oggetto di obblighi concernente l’art 7 della legge 241/90 poiché, rientrando nella peculiarità dell’organizzazione del lavoro e, quindi, di esclusiva competenza dell’Amministrazione periferica, quest’ultima, non ha obblighi di comunicare l’avvio del procedimento pur permanendo l’obbligatorietà dell’art 3 della stessa legge. La stessa però indica due pareri importanti:

• che sia sempre motivato il trasferimento interno, di incarico o di mansione senza generiche esigenze di servizio;
• che sia rispettata l’anzianità di servizio.

Questi pareri non hanno mai fatto intendere che l’Amministrazione ha il potere di trasferimento sempre e comunque. Il tutto, per evitare una disparità di trattamento tra i dipendenti alla stessa P.A., evitando di applicare, a propria discrezionalità, una modalità diversa che potrebbe penalizzare i dipendenti. Questo non significa che il Sindacato pretende di organizzare i trasferimenti o stabilire criteri, ma chiede trasparenza e garanzie di paritarietà tra chi aspira di essere destinato ad altri ambiti lavorativi. Noi pensiamo che l’istituzione di regole certe, non rappresenti una ingerenza sul potere decisionale dell’ufficio; sia, invece, atto dovuto nel rispetto: delle norme generali di funzionamento della P.A., delle rappresentanze del personale e, soprattutto, dei dipendenti.

Il punto essenziale, quindi, si basa sulle regole e sui criteri di assegnazione/trasferimento del personale richiedente; necessario per trasparenza, chiarezza e migliore valutazione del dipendente; propedeutico per il dirigente, che alla fine dovrà gestire il personale assegnato. Non ha senso istituire registri che annotano le domande se non c’è il seguito della stesura di una graduatoria per: competenze professionali, di servizio e/o di esperienza. Tutto, in assenza di criteri oggettivi, viene deciso attraverso la semplice discrezionalità del dirigente e non tenendo conto della meritocrazia; aspetto fondamentale per il nostro lavoro. Si fa rispettosamente notare che alcuni Questori/Dirigenti di Compartimenti, hanno stabilito, quale principio del trasferimento, d’incarico o mansione, per tutti i dipendenti, compresi i funzionari, delle procedure di massima secondo criteri oggettivi, quali: l’anzianità di servizio, le esperienze maturate, la professionalità acquisita ecc.; valutazioni utili per le assegnazioni del candidato. Ciò non elimina la discrezionalità organizzativa; né limita o condiziona i poteri forti! L’amministrazione non potrà che trarne benefici e consenso da parte di tutti. Infine, siamo sicuri che l’iniziativa che sicuramente sarà applicata nel massimo della correttezza e nel rispetto delle proprie competenze, potrà quantomeno garantire ai dipendenti di non vedersi scavalcare da altri soggetti con meno profili e meno anzianità consentendo loro un minimo di programmazione.

Considerata la situazione, preso atto di quanto ci viene riferito rispetto al fatto che rappresentanti dell’Amministrazione, in questi ultimi giorni, stiano tenendo conto solo delle richieste dei soliti “urlatori”, predisponendo trasferimenti (mese di marzo p.v.) di colleghi che non rispecchiano l’ordine di anzianità e di ruolo, ci vediamo costretti a intervenire. Se sarà confermato il consueto andazzo che privilegia i soliti raccomandati, la nostra Organizzazione Sindacale, a difesa dei colleghi esclusi da siffatte movimentazioni, darà mandato ai propri legali di valutare ogni iniziativa utile al rispetto della loro dignità e dei propri diritti.

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Sindacato di Polizia - Unione Sindacale Italiana Poliziotti